Descrizione Progetto
Le possibilità di cura di un neuroblastoma (NB) metastatico alto rischio ad oggi si aggirano sul 45-50% a 5 anni dalla diagnosi nonostante un percorso terapeutico assai complesso e pesante della durata di circa un anno che comprende: chemioterapia, auto-trapianto con cellule staminali, chirurgia, radioterapia e immunoterapia. In caso di recidiva la percentuale di sopravvivenza di riduce sensibilmente (10-15%) non essendovi ad oggi schemi chemioterapici di salvataggio di sicura efficacia.
Il NB è un tumore assai eterogeneo il cui assetto genomico può però variare sensibilmente in corso di riattivazione di malattia esprimendo mutazioni geniche, non presenti all’esordio, suscettibili talvolta di una terapia target con farmaci innovativi non convenzionali o in corso di sperimentazione.
Da qui nasce la necessità di conoscere nel dettaglio il profilo genetico del tumore alla recidiva eseguendo, in tutti i casi possibili, una biopsia della lesione e da qui nasce il razionale del progetto di ricerca PREME il cui scopo è quello di studiare le mutazioni che avvengono nel tumore per cercare un bersaglio druggable con nuovi farmaci.
L’obiettivo è quello, laddove la terapia di prima linea abbia fallito, di trovare un trattamento efficace per un specifico tumore con una specifica alterazione/mutazione genetica al fine di migliorare la possibilità di guarigione. In sintesi è quello che oggi chiamiamo medicina personalizzata.
Il progetto PREME è da poco stato attivato in Italia, grazie ad una rete di laboratori di eccellenza in Italia che lavorano su filoni diversi coordinati dal centro di Genova con sede presso l’istituto G. Gaslini. Il materiale tumorale dedicato per questa ricerca viene centralizzato, con modalità ben precise dal centro periferico che ha in cura il bambino al Centro di Genova che provvede poi a smistarlo ai vari laboratori per eseguire le analisi previste secondo una precisa flow chart di priorità. (Fig 1).

Nell’arco temporale di 3-4 settimane (necessario per eseguire lo studio genetico della neoplasia) è possibile conoscere se è presente una mutazione suscettibile di una terapia in corso di sperimentazione o già disponibile per altre indicazioni e per la quale si può chiedere all’industria che lo produce la disponibilità a fornirlo specificamente per il singolo paziente, situazione che tecnicamente definiamo “a scopo compassionevole”. Questa informazione viene quindi comunicata al medico che ha in cura il bambino che valuterà, sulla base delle condizioni cliniche, della fattibilità del trattamento e della possibilità di reperire il farmaco, se istruire o meno una terapia con il farmaco proposto.
Un aspetto molto interessante del progetto è anche quello di ricreare in modelli murini (PDX) la malattia del bambino per valutarne le caratteristiche, l’andamento clinico, la suscettibilità a cocktails di farmaci . Questa specifica parte dello studio sarà condotta nel Laboratorio di Terapie Sperimentali diretto dal Dr M. Ponzoni dell’Istituto G. Gaslini.
Ad oggi 12 bambini sono stati inseriti in questo progetto di ricerca, i risultati sono assai preliminari per l’esiguità del numero di campioni ricevuti e studiati, nonostante ciò le premesse fanno ben sperare circa la fattibilità di un modello di studio di questo tipo con, si spera, una rapida ricaduta nella clinica.
M.Conte